C’è un Reiki migliore dell’altro?
Che sia tradizionale giapponese piuttosto che occidentale o altro, Reiki funziona.
L’Energia Universale infatti è una sola, così come gli effetti che produce sono gli stessi in ogni tecnica.
Possono esserci differenze di sensibilità o di capacità nel convogliare l’energia, ma se Reiki è praticato con amore, funziona sempre.
C’è però un caso, come ha spiegato il Rev. Inamoto nelle sue conferenze in Italia, dove l’operatore non usa Reiki, ma attinge alla propria energia. Questo avviene quando chi pratica reiki non si abbandona completamente all’Energia Universale, ma inserisce il proprio ego e la propria volontà. Da questo punto di vista le discipline giapponesi enfatizzano molto il concetto di abbandono. Quando praticavo lo scambio Reiki a Kyoto con gli altri allievi del Rev. Inamoto, la cosa che più mi aveva colpito era che nessuno era concentrato sul trattamento, non c’era un ambiente silenzioso o mistico. Si parlava e si scherzava tra di noi, mentre si tenevano le mani appoggiate sulla persona trattata. Questo serviva per impedire al nostro ego di intromettersi nel fluire libero dell’Energia, ed è quello che spiego e consiglio alle persone che mi chiedono in che modo praticano Reiki i giapponesi.
“Fonte” http://www.chiaragrandi.it/home_page_REIKI/stile_migliore.htm
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“Dovremmo fare della pratica un modo naturale, spontaneo, di prenderci cura di noi stessi, dobbiamo lavorare ogni giorno della nostra vita, non importa cosa ti porta il processo di guarigione, vivilo proprio come le persone vanno al lavoro ogni giorno, con la pioggia o con il sole”.